Iacopo Ragazzoni costruisce a Sacile. E’ il 1575.
Dopo aver concluso gli impegni con la Serenissima, Iacomo Ragazzoni poté dedicarsi a curare gli interessi familiari. Alle proprietà, concentrate essenzialmente nel Veneto, aggiunse circa settecentotrenta campi a Sacile e, avendo qui collocato la sua residenza, ne incrementò progressivamente il valore, fino ad acquistare per tremila ducati un palazzetto da Tobia Ottoboni.
Come ogni altro avveduto mercante dell’epoca, diversificò le attività economiche, acquisendo altri otto edifici: mulini, folli da panni, cartiere, battiferro, trecentonovanta campi tra Ronche, Caneva e Val Menera, ma raggiunse un significativo successo e definitivo riconoscimento quando comprò, per seimila ducati, il feudo di San Odorico, così che poté sedere tra i castellani del Parlamento della Patria del Friuli. Era questa una proprietà di lunga storia, appartenuta prima a Corrado ed Enrico Pelizza (nel 1237) e poi passata alla famiglia dei Di Porcia ed era costituita da trecentoventidue campi, la cancelleria amministrativa ed un vecchio castello in rovina.
La residenza delle delizie - I Ragazzoni eseguirono una serie di interventi sull’edificio di Sacile e lo trasformarono in una sorta di residenza delle delizie, tanto da poter essere paragonato alle più fastose dimore veneziane e poter così divenire luogo di piacevole soggiorno per le personalità più eminenti dell’epoca.
In quel tempo l’architetto che andava per la maggiore nel Veneto era il Palladio, grandissimo artista che ispirò nei secoli successivi l’architettura sia europea che statunitense, altri grandi architetti erano: Sansovino, Serlio, Sanmicheli, ecc.
Documenti che ci possano indicare chi ha lavorato per i Ragazzoni non si trovano né negli archivi storici di Sacile né in quelli veneziani. Con i catastici della serenissima, di Napoleone prima e degli Asburgo poi, abbiamo notizie sul palazzo. Ma anche con queste testimonianze possiamo escludere la presenza del Palladio o della sua scuola.