Sappiamo che Iacomo Ragazzoni era di origini bergamasche, più precisamente di Valtorta, cittadina che si trova a mille metri circa di altitudine, che era ricca di ferro ed altri prodotti importanti.
La casata Ragazzoni era abbastanza numerosa, tanto che si pensò di dotare i vari ceppi di un secondo cognome. Si hanno così i Ragazzoni Uberti, i Ragazzoni Alberti (che si trasferirono a Venezia e a Brescia), i Ragazzoni Carlotti che emigrarono verso Milano e Torino e i Ragazzoni Prevedoni invece partirono verso la Liguria.
Il ramo che seppe maggiormente affermarsi fu quello veneziano, Iacomo, Gerolamo, Placido e Agostino. A Sacile costruirono un palazzo in cui ospitarono i grandi personaggi del ‘500. Ancora oggi nel palazzo sacilese si possono ammirare nella sala degli imperatori i bellissimi affreschi voluti da Iacomo.
A Venezia la famiglia si dedicò con molta fortuna al commercio marittimo, alle intermediazioni commerciali, alle forniture navali, tanto da essere ammessa alla classe dei cittadini, categoria sociale di poco inferiore a quella patrizia.
Attraverso matrimoni importanti i Ragazzoni divennero economicamente sempre più solidi.
Nel 1524 Benedetto Ragazzoni sposò Isabetta Izzo, figlia del Segretario del Senato, da cui ebbe diversi figli. L’otto marzo 1528 nacque Iacomo, “mezzano”, perché prima e dopo di lui Benedetto e Isabetta ebbero altri figli. Iacomo si fece apprezzare da tutti per le doti d’animo, per la bellezza del corpo e prima ancora per la perfezione che metteva nel portare a compimento i suoi impegni.
Fin da piccolo Iacomo dimostrò vivacità d’ingegno, generosità e grandezza d’animo, tanto che ancora giovanissimo fu mandato a Londra, alla corte di Enrico VIII Tudor, per apprendere la lingua e la mercatura.
Passato lo Stretto di Gibilterra senza altre complicazioni Iacomo raggiunse l’Inghilterra, dopo aver viaggiato per tre mesi circumnavigando Spagna e Francia.
Iacomo stabilì la propria residenza a Londra, dove iniziò subito a fare il mercante e vendere le merci che aveva portato da Venezia, traendone ottimi profitti.
Di lì a poco venne introdotto alla corte di Enrico VIII dove seppe muoversi con prudenza, fortezza e temperanza e con un senso naturale della giustizia.
Tutte queste qualità fecero sì che Enrico VIII e suo figlio Edoardo amassero moltissimo il giovane, il quale sviluppò un’amicizia particolarmente sentita e profonda con Maria, prima figlia di Enrico VIII e Caterina di Spagna. Essa si dimostrò molto benevola nei confronti del Veneziano; infatti fu Iacomo a stipulare gli accordi patrimoniali in occasione del matrimonio della Regina Maria Tudor con Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V.
Grandi furono i festeggiamenti a Londra per l’incoronazione che si svolse l’ultimo giorno di settembre del 1553.
Nobiltà e popolo fecero apparati tali da suscitare devozione, allegria, felicità e rispetto per la coppia reale.
Il sig. Iacomo, a sua volta, fece costruire a Tauril, contrada pubblica nella quale aveva la sua dimora, uno splendido arco di trionfo, bellissimo da vedere e assai costoso; inoltre egli adornò non solo la propria persona, ma anche la sua servitù con lussuosi vestiti ed accompagnò il gruppo dei Reali cavalcando vicino alla Regina. Finite le cerimonie dell’incoronazione, Sua Maestà cominciò a pensare al matrimonio.
Tra i vari pretendenti, fu prescelto il figlio di Carlo V, Filippo II di Spagna. Il sig. Iacomo non tralasciò neanche in questa occasione di servire Sua Maestà con grande generosità e lealtà. Tanto che Maria e Filippo furono così riconoscenti per tutte le attenzioni e la leale devozione che il Veneziano assicurava alle loro Maestà, che, Maria Tudor, insieme al marito, con una fastosa cerimonia assegnarono a Iacomo il privilegio di aggiungere la “Rosa dei Tudor” allo stemma di famiglia.