Le classi sociali della Repubblica Veneta erano tre:


- PATRIZI - CITTADINI - POPOLO                                                                


La sovranità apparteneva all’Arengo (il popolo veneziano) che la esercitava al momento dell’elezione del Doge, che avveniva con un complicato sistema, allo scopo di impedire brogli. Nell’epoca più antica della Repubblica, il Doge era coadiuvato da consiglieri, Minor Consilio, ma il potere era detenuto dal Maggior Consilio.

Le istituzioni della repubblica veneta erano strutturate in più livelli intermedi tra la base, costituita dal Maggior Consiglio, e il vertice con il Doge, immagine della maestà dello Stato.


Le istituzioni della repubblica veneta:


livello: Maggior Consiglio e centinaia di uffici minori,

II° livello: il Senato, il Consiglio dei Quaranta o Quarantia, governatori e ambasciatori, ecc.,

III° livello: il Consiglio dei Dieci, i tre capi della Quarantia, i Collegio dei Savi,

IV° livello: i capi del Consiglio dei Dieci e gli Inquisitori di Stato,

livello: i Procuratori di S. Marco e i Consiglieri Ducali,

VI° livello: il Doge, simbolo della Repubblica di S. Marco.


Il Maggior Consilio, organo fondamentale dello Stato, esercitava la propria potestà attraverso dei Consigli minori di sua emanazione: il Collegio, cioè il Governo della Repubblica, il Senato o il Consiglio dei Pregadi, responsabile per la finanza e la politica estera, il Consiglio dei Dieci, responsabile della sicurezza dello Stato e i Tribunali della Quarantia. Poco alla volta, il Consiglio dei Dieci, venne a configurarsi come organo onnipotente.


L’aristocrazia veneziana era una categoria sociale abbastanza aperta, non era solo una classe di privilegiati, ma di fedeli servitori dello Stato. Educati nell’Università di Padova, lavoravano negli edifici pubblici come contabili, segretari, capitani di porto ecc.. Queste cariche duravano solo un anno poiché si voleva impedire la concentrazione del potere in poche mani, di garantire il ricambio e anche dare la possibilità al maggior numero di aristocratici di lavorare.


Particolarmente significativo fu, nella Repubblica Veneta, il sistema usato per amministrare la giustizia. Esso contava su un ristretto numero di avvocati e giudici non di carriera (aristocratici nominati per uno o due anni),  si  distingueva soprattutto per il modo di applicare le leggi al singolo caso concreto e realizzare così una giustizia sostanziale; le leggi, per essere applicate, non dovevano ledere i principi superiori di giustizia, ossia la verità, il buon senso, la fede e l’equilibrio naturale delle cose.

 

Associazione Circolo della Cultura del Bello - Sacile - (Pordenone)

Sala del Palazzo Ducale

Il Consiglio dei Dieci