Iacomo a trent’anni dovette abbandonare Londra per tornare a Venezia, non senza aver prima assicurato un agiato futuro ai due figli illegittimi e alla loro madre. Fu indotto al ritorno non solo dalla morte del padre,  e quindi dalla necessità di assumere il controllo degli affari di famiglia, ma anche dal grande amore verso la città natale.


In realtà egli non era il più anziano dei figli di Benedetto ed Isabetta, ma fu concordemente scelto in quanto giudicato il più adatto a guidare al meglio gli interessi dei Ragazzoni.

Ben presto, dopo averle assegnato cospicua dote, maritò la sorella con Girolamo dei Franceschi, nipote del vescovo di Famagosta. Questo matrimonio consentì che il fratello Girolamo, cameriere segreto del pontefice Pio III, venisse nominato coadiutore del vescovo di Famagosta, di età ormai avanzata.  Sempre Girolamo fu inviato dal papa al Concilio di Trento e, pur essendo il più giovane prelato, fu scelto all’unanimità per l’orazione conclusiva.


Intanto Placido dall’Inghilterra si spostò in Fiandra per avviare nuove attività in quelle terre e Giacomo assegnò ad Agostino, suo fratello, molte migliaia di ducati allo scopo di avviare importanti attività mercantili a Cipro ed occuparsi sia del governo che delle entrate del vescovado di Famagosta.

Iacomo non si limitò a curare solo gli aspetti mercantili della sua impresa, ma sviluppò anche un certo impegno politico, ottenendo in tal modo cospicui successi.


Nel 1561, a trentatré anni, venne il momento di garantirsi una discendenza e sposò Picabella, (più che bella), Pagliarini, nobile di Vicenza, dalla quale ebbe quindici figli.

La benevolenza che la fortuna manifestava nei confronti di tutte le attività di Iacomo non poteva non attirare invidie, ma egli seppe operare così bene da non rendersi odioso ad alcuno.

 

Picabella, (più che bella) Pagliarini

Associazione Circolo della Cultura del Bello - Sacile - (Pordenone)

Girolamo Ragazzoni
Vescovo di Famagosta

Placido Ragazzoni

Cavaliere