Sacile
Giovanna Zuddas
Docente di Lingua e letteratura Inglese al Liceo Scientifico Grigoletti di Pordenone e, in seguito ai Licei Pujati di Sacile.
Ha partecipato a diversi progetti nell’ambito della carriera professionale nel campo dell’apprendimento linguistico e della cittadinanza europea.
Gli anni di esperienza personale con le classi del Liceo e di rielaborazione e formazione didattica sia come corsista che come Tutor per una specializzanda della SSIS, hanno reso possibile l’approfondimento di progetti nell’ambito della metodologia dell’apprendimento linguistico, della traduzione e del commento critico di testi letterari e della formazione alla cittadinanza europea.
Ha pubblicato un romanzo di formazione, ”Nel Cuore d’Europa”, edito nel 2009 da Agenzia Libraria Editrice TS, con ampio apparato didattico in Italiano e Inglese.
Ha in mente di pubblicare una traduzione in lingua del romanzo, un altro romanzo giallo-rosa e una raccolta di poesie.
Giovanna Zuddas
Pseudothyrum (La porta segreta)
Tutti i diritti riservati
La musica del giorno dopo
Ti vedo, ti tocco, ti amo.
La mia vita ti scende dai capelli,
Dagli occhi, dalle mani.
A volte mi smarrisci
E ti trovo dove ti penso
Al di là del volo della ballerina gialla
Nei miei parchi-castelli di fiabe.
Ascolta i verzellini,
Riposano nei colori del buio screziato,
In gola la musica del giorno dopo.
***
Europa e oceano
Sopra la terra punta dalle rondini
E’ cresciuto un fiore.
Ha occhi diversi,
Europa e oceano
Notte e luce.
Hai trafitto il cuore della terra
Ne hai letto ogni sentimento
Hai fatto nevicare il sole d’estate
Cantare le foglie d’autunno
Tuonare l’arcobaleno di primavera.
***
La mia corazza ignuda
Ho frantumato l’orizzonte
Nascondendo le ferite dissanguate
Con la mia corazza ignuda.
Dove ho bagnato di farfalle nere
L’aria graffiata della notte
Dove ha respirato la bocca sulle pietre
Nei deserti ammucchiati del mio cuore
Cristalli inariditi di parole.
Nevi che incatenano sorde il silenzio
Con le mani gelide
Da riscaldare invano.
Col suono del sole di marzo
I tuoi sogni sfiorano i miei
Dondolando il talismano
I tuoi occhi arrotolano
Il mio cuore smarrito.
***
Le tre precedenti poesie sono quelle che l’editore ha accettato di inserire nel mio romanzo Nel cuore d’Europa.
La prima, La musica del giorno dopo, intona le emozioni del protagonista Federico nei confrondi di Ingrid, ragazza belga incontrata a Praga durante un viaggio d’istruzione, con la quale è riuscito a svelare l’arcano della porta segreta (pseudothyrum) nella cattedrale di S. Vito.
Europa e Oceano esprime le riflessioni di Federico sulla personalità di Ingrid.
La mia Corazza Ignuda riassume le sensazioni provate da Federico durante la sua avventura sentimentale con Ingrid.
Io avrei voluto inserire anche le seguenti, per sottolineare altri momenti significativi del romanzo.
La mia giovane vecchiaia
Piange il mio sorriso
Ascoltando il silenzio
Cercare la sua eco
Gridare ai gabbiani
Nelle mani aperte
Gli alberi tacciono
I marciapiedi, le nubi gonfie
Tutto ascolta quelle voci.
Con le rose fiori morti
Seppellisco i miei giorni
Mi lasci sola a consumare
La mia giovane vecchiaia
Scavo tra i rumori isole deserte
Palme azzurre mi strisciano in cuore
Come serpenti vestiti da cerimonia
Tra farfalle grandi come case
Divoro la seta della natura
***
Il vento del pettazzurro
Se sugli argini della sera
Senti le rondini
Esplodere il tramonto
Sibilare il tuo cuore smarrito
Pensa chi lontano…
Ti porterà da me
Il vento del pettazzurro
Sulle sue ali tutt’uno alla sera
Tramonto di sogni
Che non hanno il giorno mai visto.
***
Cosa soffi vento
Cosa soffi vento
Non sai che la mia ombra
E’ morta.
Non la porterai via.
Ho aspettato il giorno
Di Ettore e Andromaca
Ho sgretolato la luna sugli alberi
Rovesciato le stelle come foglie
Tempo che piangi la nostra felicità
Nelle spirali bianche dell’amore.
***
Eterna Waterloo
Sarà l’acqua del mare,
Il sapore delle mie lacrime,
L’odore delle tue parole
Annodate al mio cuore impazzito.
Aro le strade della mia anima
Seminando cinciallegre,
Vestendo di rose i tuoi silenzi,
L’illusione il mio pane quotidiano,
Ma non sfama
La mia anima eterna Waterloo.
***
Pensieri d’amore trascorso
Albero dai rami tesi
M’accompagni nei sogni addormentati
Baciando il mio cuore
Accarezzando i miei sensi.
Dipingi gli occhi di un angelo.
Nessuno può allontanare il sole dal tuo cielo,
Strapparti dai nostri voli con il picchio verde,
Proibire il tuo corpo al nostro amore.
Albero dai rami tesi
Mi vieni incontro
Accendendo il sole di notte.
E quando le tue foglie cantano,
Le sento come mani che mi baciano
***
I minuetti del silenzio
Canti nel fiume dei sentimenti
A colorare d’infinito il mio cielo,
Apri il cuore ai minuetti del silenzio,
Vesti di sogni le arpe e i liuti della mia solitudine,
Germogli i miei occhi alla verde sinfonia della vita..
Dirigi a bacchetta l’aria graffiata della notte
Dipingendo di note con le mani
Sul mio volto come una tastiera.
Notti che legano pazze le sonate di Liszt
Mentre io abbracciata ai cactus
Ne succhio le spine
Vado strisciando come un cobra
Col capo legato alla coda
***
Le violate pietraie
Hai ascoltato seno di cachemere
La gelida mano incredula
Colta di sorpresa
Incendiarsi di sussulti.
Hai resettato le violate pietraie
Che nascondi illogiche per un istante.
Oceani di disperazione
Patteggiati da una goccia di pace
***
I petali delle nuvole
Non svegliare il sogno idilliaco di promesse
Non precipitarmi dal cielo dei tuoi occhi
Come i petali delle nuvole...
Ascolto le cetre divine
Che diffondono le liriche dell’alba incantata
Danzando nelle fiamme del mio silenzio.
Lascia che il tuo coro di angeli
Ci accompagni nella solitudine
Delle nostre voci lontane.
***
Ancora vergine di te
Ancora vergine di te
Sto bruciando al fuoco di Eraclito
Butterfly senza ali
Fuoco d’inverno
Posati su di me
Rimboccami il nettare
Sgorgato al tuo riverbero
Ancora vergine di te.
***
All’ombra delle macine
Le onde del mare
Si sono ritrovate ridendo e sussurrando,
Rispecchiando le stelle all’ombra delle macine
Con gli occhi del cielo e delle foglie.
I nostri cuori volteggiano come farfalle
Che si inseguono tra gli alberi del tuo giardino.
La punta di quel ramo ha trafitto la sabbia e il mio cuore.
Come il filo di seta che sostiene le nostre vite
La mia nostalgia si consuma in te:
Il desiderio si accende nel cielo indaco
Che affonda in una lunga notte d’attesa
***
Al calore del tuo sole
Arrivano sulle ali della brezza mattutina
I petali delicati e intrepidi
Dei tuoi pensieri
A diradare la mia nebbia.
Il mio cielo non è più offuscato dalla desolazione
Né svilito di colori
Perché rinasco al calore del tuo sole.
Inventi una nuova stagione per noi
In mezzo ai fantasmi ignari dell’inverno.
I tuoi capelli li sento sotto le mie labbra
E tra le mie ciglia tremule di gioia,
Carezze consolatrici alla tua lontananza.
Semini i miei sogni
E io li raccolgo
Come baci di stelle al mio risveglio.
Inverno
Mi guardi negli occhi inverno.
Accarezzavo le lucciole
Sulle ciglia di un bambino,
Ma venne un’ala fredda
Come una morsa sul mio petto,
Venne l’estate di ghiaccio.
Tacciono le luci della sera
E la nebbia riveste di scaglie
Le spalle alle montagne.
La prima neve saporosa di erba
Ricopre gli steli tranquilli.
Neanche le stelle hanno più occhi.
Cuore
Invano
Cerchi un domatore
Piccolo leone selvaggio.
Non sei più una colomba posata sulla neve,
E’ scomparsa la mia pace bambina.
Sei stanco di combattere
Vecchio marinaio
I tuoi occhi pieni di sale
La tua nave ostinata
Ribalta le onde
Ma le tue vele non respirano più
Il tuo sorriso.
***
La mia corsa
Dove va singhiozzando la mia burrasca
Con il volto asciutto di chi piange nascosto
Sugli scogli s’addormenta la mia corsa
Piccolo foglio dell’amore
Resterai bianco
Infestato dal silenzio
I prati in bocca alle rondini
Stelle cadenti come lucciole ubriache
Chiudo gli occhi alle mie chimere.
Ho smarrito l’orologio più caro
Quello fermo ai miei giorni d’infanzia.
Il campanile batte le ore
Che fanno del mio cuore
Un prigioniero rimbombo.
***
Venezia
Quando il volto del cielo
Si addormenta ad occhi aperti
Accendo la mia finestra
E ti dipingo di sogni.
Questo sole infreddolito d’inverno
Quell’ultima neve abbandonata
Tutto passa in silenzio
Anche il silenzio.
Venezia mi guardava
Mi baciava in ogni calle
S’inchinavano i ponti al mio passaggio
Venezia mi offriva il suo sangue verde
Voleva tenermi per sé.
Monumento
Per abbracciare la tua ombra
Diverrei fantasma
La mia vita é orso di pezza
Che ho gettato da bambina
Nel cuore non entra più niente.
Non credo ai cammelli del deserto
Che quando hanno sete
Mangiano la neve nei loro sogni
Monumento prigioniero della tua nudità
Marmorea
Spezzi le catene che ti soffrono
Trafiggi gli occhi di pietra
Sicuri della loro inesistenza
Vita
Ti vai svuotando nei sofferti ricami
E gioielli del tuo incerto barocco
Vita che ti sei stancata
Di passare lucida i milioni di strade,
Parti trascinando tuoi archi i tuoi trionfi
Hai scoperto i larghi viali dell’invano
Hai portato Venezia a morire
Senza pietà per le colonne tarlate
I ponti tristi i rampicanti di marmo.
Tu che prendi le mani di ogni cuore che amo
Vai rammaricando le aiuole nei giardini
Il volto esausto delle chiese
La voce fievole ripetuta in eterno
Tu che scorri per le stanze silenziose
Dove la gente amara passa come nuda
Vestita dell’ombra opaca che si trascina dietro.
Tu che vieni ingenua per la piazza
Rasentando la pioggia di primule
Respirando l’allegra monotonia dei miei sogni illusi.
© Giovanna Zuddas
Pubblicazioni
2009
- Nel cuore d'Europa. Agenzia Libraria Edit.Ts
L’ANGOLO LETTERARIO DEI SOCI
Racconti e poesie