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-Incontriamoci a Palazzo- è stata la parola d’ordine in seguito a cortese richiesta pervenuta alla mail del Circolo della Cultura del Bello di Sacile, qualche giorno fa, da una famiglia di Novara.
La sorpresa è stata strepitosa quando il fantomatico capofamiglia si è palesato come Riccardo Ragazzoni, conte di S.Odorico. Immediatamente, il Circolo, sempre attento al prestigio della propria città ed onorato di cotanta visita, nella persona del Presidente, prof. Vincenzo dellUtri, si è prodigato avvisando anche il Sindaco, Carlo Spagnol, che ha dato disposizioni alla sempre presente e disponibile referente dell’Ufficio Cultura, Maria Teresa Biason, per accogliere un discendente della famiglia Ragazzoni, che nel suo personaggio più illustre, Jacomo, veneziano d’origine, sacilese d’adozione, uomo di cultura ed armatore navale, fin dal 1575, designò Sacile come amena residenza, conferendole fasto e memorabile lustro.
Già nel 2010, il CCB, organizzò due interessanti eventi, ricevendo i genitori di Riccardo, il conte Fabrizio con signora, con la presenza di esperti di storia della Serenissima, figuranti in costumi d’epoca, relatori e musicisti con strumenti antichi. Fu un evento di grande rilievo per la comunità sacilese e limitrofa.
Ebbene, l’ospite inaspettato ma graditissimo di questi giorni, Riccardo Ragazzoni di S. Odorico è stato accolto a Palazzo Ragazzoni dall’Amministrazione, nella persona del vicesindaco, Alessandro Gasparotto; nel Salone delle Feste, la prof. Claudia Andreazza ha illustrato con dovizia di particolari gli affreschi del Montemezzano, della scuola di Paolo Veronese, declamanti le vicende storiche e diplomatiche del famoso avo. Soddisfatti della visita, i graditi ospiti, complice una bellissima giornata ottobrina di sole, dopo una passeggiata per le vie caratteristiche della città, hanno potuto conoscere anche la cucina locale, ospiti del Circolo.
Sacile con la sua rinomata accoglienza ed organizzazione ha sorpreso non poco il conte Ragazzoni e la sua famiglia, che farà ritorno in quel di Novara con un’immagine indelebile della città e della sua gente.
Dal Messaggero Veneto del 29/10/22