Associazione Circolo della Cultura del Bello - Sacile - Pordenone

1633 - Il Palazzo Ragazzoni è distinguibile in tutte le sue particolarità, a sottolinearne l’importanza per la città.  Il nobiliare palazzo fa quasi un tutt’uno con Borgo Ricco, struttura sostanzialmente chiusa all’esterno, che però definisce una vasta piazza centrale  rettangolare: quasi una recessione alla villa tardo imperiale romana e poi medievale. Il palazzo è fornito, a sua volta, di una corte nobiliare chiusa. I Ragazzoni vedono acqua dal loro palazzo, è l’acqua dolce della Livenza, confine con il resto della città sia a sud che a nord; passata da un solo ponte, difesa da una sola torre che è giunta quasi ai  nostri tempi. E gli altri canali intorno, fortificati a nord-est dalla torre tuttora esistente e da una zona verde protetta dalle mura e dal fiume, rafforzano l’idea del castello autosufficiente nella sua implicita contrapposizione al Comune a ovest, oltre il Fiume.

1800 - La mappa di Sacile risulta precisa ma sommaria, come di chi ha fretta di andare oltre e vuole semplicemente conoscere la posizione e la forma della città lungo la propria via. La mappa è rilevata senza grandi particolari, il palazzo sembra una specie di grande casolare al di là della Livenza.

Globalmente il rilievo planimetrico segnala la crescita, fuori le mura, della città.

Cartografia militare tratta dai rilievi di Anton Von Zach, 1798-1805, Kriegskarte, Vienna.

Cartografia tratta dal catasto austriaco 1808-1813. Archivio di Stato di Pordenone.

Particolare di mappa del 1633. Archivio di Stato di Venezia.

1810 - La mappa è soprattutto precisa nel delineare le proprietà catastali, opera  attenta di chi vuol restare amministratore. Il palazzo è delineato con precisione in senso burocratico, come traccia precisa di un’area e di uno stato di fatto documentale.

1868 - La mappa risulta meno precisa della precedente, praticamente uno stradario. Anche il nostro palazzo si deve adattare a delimitare delle strade che hanno tuttora le medesime caratteristiche. Non ci sono più i mappali a delimitare le proprietà.

Di rimpetto al complesso Ragazzoni Borgo-Ricco appare una steccata di casette per gli operai delle prime filande.

Ha inizio, così, la trasformazione della città, avanguardia di nuovi turbini che si stavano avvicinando.

1930/40 - La mappa evidenzia lo sviluppo del paese oltre le mura, il Viale Zancanaro, si noti la cancellatura dell’ala del Palazzo Ragazzoni demolita. Compare la pianta del Politeama Zancanaro.

1600 - Sommaria e sognante nella sua atmosfera medievale appare il “Castello di Sacile”.  La vista della città appare schizzata da un carboncino nervoso, presa più da un taccuino di viaggio, nell’imprecisione di un ricordo, che rispondente ad un fine topografico. Verosimilmente tratta da una carta geografica della regione, l’immagine del nostro castello appare avere un senso prevalentemente evocativo, così  chiaramente e volutamente sproporzionata nel riportare il campanile di S. Gregorio e del Duomo.  La posizione delle due torri suggerirebbe una vista proprio da palazzo Ragazzoni, che, però, a sorpresa, non è riportato. L’ immagine è quella del viaggiatore che intravede da lontano la città, dopo miglia di strade incerte, attraverso tutta la fitta silva lupanica - la vista è proprio da est-, “buscus” che si estendeva a Liquetia usque ad Tilimentum.  Ricordava, l’ignoto viandante, il “Castello di Sacile”, con le sue torri ed  i suoi due importanti campanili e li riportava  in una mappa della regione, a simbolo di una città ben sicura nelle sue mura, distinguibile da lontano per i suoi due campanili, messaggio di un viaggiatore ad un altro.

Per gentile concessione della Biblioteca Civica di Udine collezione V.Joppi  alla BCU m.s. 208 Riproduzione vietata

1808 - Ecco Sacile e perfino la sua Livenza,  imprigionata in una mappa piena di linee e triangolazioni di un rilievo topografico in formazione. L’umile angolino ha lo stesso rilievo ed è rilevato alla stessa maniera del nostro palazzo, del resto umiliato da un numero,  probabilmente il mappale di proprietà. E poi il tempo:  diventato improvvisamente veloce, scandito dal susseguirsi  e dall’andirivieni degli eserciti austriaci e francesi; a ben guardare la mappa non è finita: le linee di triangolazione sbordano, le costruzioni principali sono sottolineate con un carboncino od un gessetto, a dare l’impressione di un lavoro di ottima professionalità, ma anche affrettato, quasi ad alludere ad altre mappe in un futuro forse passato in mano austriaca.

Collezione V.Joppi B.C. Udine

Cartografia tratta dal catasto napoleonico.
Archivio comunale di Sacile.