Associazione Circolo della Cultura del Bello - Sacile - (Pordenone)

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Seguità la pace Turchesca con grandissimo sollevamento delli animi della Republica considerando io, che l'occasione non serviva per all'hora di promovere altra cosa più relevante per bencficcio, et ornamento di Casa mia mi quietai à quanto piacque à SS. che fu di benignamente investirmi insieme col Senor Placido mio fratello con li nostri figlioli mascoli, et descendenti di linea masculine del feudo di Santo Odorico vicino a Sacile jurisditione Nobilissiima et acompagnato con qualche emolumento di convenevoli entrate. Et nel medesimo tempo fossino anco assonti dall'Illustrissiimo Parlamento della Patria del Friuli alla voce di quell Nobilissimo Consortio nel Parlamento predetto fra il numero de Senori Cassellarie Nobiltà molto antica et molto degna.

Hora havendo io fino qui cosi longamente parlato della molte cosi ocorsemi nel corso della mia longa vita fino questo tempo presente; resta, ch'io dichi ancora che nel progresso de miej gravi negocij mercantili per longo corso di tempo ho havuto la fortuna molto proficuo con grandissimo acquisto di facoltà restamente acquistata, II che me ha dato occasione et modo di maritar con tanta spesa le mie carissime nove figlioule, sicome ho fatto per gratia del Senor Iddio, et d'investire cosi grossa quantità di danari, come ho investito, cosi nelli luochi miej di Sacile, come nelle parti di Santo Odorico, Settimo, et altri lochi, et di mantenere mio figliuolo Benedetto in questa Città con gravissima spesa. Et Monsignor Reverendissimo mio figliuolo che si ritrova di presente  Arcivescovo di Zara acompagnato con forse ducati tremille di entrata di mantenerlo dico cosi a Roma, come in Francia con spese notabilissime della Casa, et con gravi interessi partiti per tal conto, il che ho fatto sempre volentieri, desiderando la conservatione, riputatione, et honore di miej figliuoli, et la essaltatione loro, et massime di Monsignor Reverendissimo;

La grandezza del qual gli era anco preparata molto eminente, quand non fosse piaciuto al Signor Iddio di chiamara cosi tosto a se la santa anima di Leone XI Sommo Pontefice suo singolarissimo Signore et patrone: Ma dobbiamo del tutto ringratione l'omnipotente Iddio: poi massime che resta ancora detto Monsignor Reverendissimo mio figliolo in stato honoravolissimo che l'Arcivescovato di Zara acompagnata con une entrata da potersi degnamente sostentare in ogni luoco, non senza qualche speranza di poter anco più oltre ascendere con il mezzo delle virtù sue accompagnato dalla gratia del Senor Iddio: Ne voglio tralasciar di dire anco che essendo la fortuna cosi instabile nelle cose humane, e parso che in questi ultimi anni mi sij stato molto contraria havendo da quella sentito gravissime per cose et specialmente con la perdita della mie tre grosse Nave miseramente perduti si nel spacio di anni nove; ma nonostante a questo debbo ringratiar sommamente sua Divina Maestà poi che io lascio ancora le cose di casa mia in stato cosi buono, Et comodo di beni di fortuna, che e miej figlioli havrano occassione di potersi degnamente sostenare, Et di mantenere la honorevolezza di Casa nostra, quando massime vorano, sicome mi rendo certo siano per viver con buona regola, con le facoltà, et con ali animi loro uniti insieme, Et con tutto che vi sij qualche debbito in casa nostra per conto de livelli, et Cosi per conto di una mansonaria della quondam Senora Piccabella fu mia Consorte, et loro madre, et altre cose di non molto momento, Et similmente qualche cambio, se pure ancora ve ne sarano al tempo della mia morte, che procurare primar di estinguerli, vi restarà non di meno in Casa nostra una così buona, et grossa entrata, crediti, et altri effetti, sicome per li miej libri il tutto si potria chiaramente vedere, che con quelli, et con l'avanzo delle mie entrate, che pur sono, et saranno di non picciol momento, potrano miej figlioli non solo andar anco di tempo in tempo francandosi delli capitali de livelli preddeti. Et fra gli altri desidero, che il clarissimo Ser Gieronimo Cornaro mio Signor genero sij sodisfatto alli suoj tempi delli ducati quatromille a raggione de ducati cinquecento all'anno promessoli a conto di francatione del suo livello, sicome e dicchiarito per l'instrumento fatto con Signora Clarissima in tal material nelli atti del Beazzano Nodaro, et con le condittione contenute in quello, al quale s'habbi relazione talmente dico, che volendo in questo usare, sicome voglio credere faranno industria, giudicio, et virtù non sarà à miej figlioli difficile il solevar la casa da tal gravezze con loro notabile benefficio, et della nostra posterità con somma laude di quelle; La qual casa libera da tal pesi potrà tanto meglio conservarsi nella sua riputatione, Et tanto più facilmente potrano essequirlo, quando si compiacceranno, sicome con paterno effetto vengo à pregare l'uno, et l'altro di loro, che di quell tanto che sovrano creditori, come si potrà vedere nelli miej libri soprascritti per conto de lassi fatti li dal quondam Ser Agostino mio fratello, et dal Reverendissimo Vescovo di Bergamo pur mio fratello loro zij; Et cosi del picciol lasso di Marchetto mio Nipote, si consentino di andarsi rimborsando a parte a parte con quell manco incomodo, et danno della paterna facoltà, che sarà mai possibile, come debbo promettermi siano per fare in recognitione di quanto ho fatto io in ogni tempo per loro con singolar affetto d'amore, et paterna carità con le istesse mi facoltà acquistate con tante tattiche et sudori, poi massime che si tratta del beneficio della casa, che è loro nido, et del nostro Carissimo Giacometto figliolo di Benedetto, et l'altri figliuoli di detto Benedetto se ve ne sarano di legittimo matrimonio, che si può dire il tutto esser una cosa istessa. Il beneficio, et ornamento della qual casa et delli nostri discendenti si deve stimare equalmente come ogni altra cosa più intima, et cara di questa mondo, et come la vita istessa. Vi sono li beni stabili lasciati dal quondam soprascritto Monsignor Reverendissimo Vescovo di Bergamo mio fratello alli sopradetti miej figlioli, che sono incorporati con una parte della facoltà vecchie di casa nostra, la qual facoltà di fraterna si potrà vedere, sicome per questo mio testamento ancora ho fatto qualche mentìone, per li libri rossi di essa fraterna à carte 470 al conto di esse facoltà et à carte 483 al conto mio per l'amontar netto di detta facoltà riportate in tal conto a credito mio importa in tutto ducati 16486 soldi 21. Il che fece in quelli tempi credendo veramente di esser rimasto io, come ultimo fratello solo herede di tutta la facoltà predette, ma essendo di poi venuto in cognitione del testamento fatto dal Reverendissimo Vescovo di Bergamo mio fratello per il quale lasciava heredi delli suoi beni li miej due figluoli mascoli, in virtù la quale vengono ad esser heredi della terza parte della facoltà vecchia sopradetta, la qual facoltà deve pervenire in essi miei figliuoli consiste in quella portione può aspettar a loro di questa nostra Casa di Santa Cattarina ove habitiamo, et cosi delli beni di Noventa, sopra una piccoli parte de quale e fondata la fornasa, et similmente della Casa posta in detta villa in Noventa con quella quantità de campi posti nella villa predetta, Et in altri luochi convicini, sicome per li soprascritti Libri Rossi, et altri anteriori a quali si potrà vedere particolarmente, et similmente in una parte dell beni da Muggia, et cosi in alcuni

pochi beni di Padova havuti a livello molti anni sono, La quantità delli quali tutti soprascritti beni importa summa molto maggiore di denari di quello, che importa la quantità della facoltà soprascritta. Et desiderando Io di lasciar a Benedetto mio figliolo ocasione et qualche modo di poter con il mezzo dell'industria et fatiche sue tanto

più facilmente mantenersi esso ancora con la sua famiglia con quello honorevolezza, che si conviene, ho deliberato di lasciarli, sicome liberamente li lascio la mia fornasa di Noventa con tutti li casamenti et con li sei campi in circa di terra vicini a quella, et con le due casete vicine al Ponte di Noventa, con tutte le Massaricie, Burchi, Barche, Piere, scagli, calcina, et altri lavori et legne, che saranno sopra di quella, et in ogn'altro luoco, et crediti appartenenti a questo negocio, Et quello che non fosse stato pagato per conto de tal negotio fino alla mia morte, voglio che sia pagato da esso Benedetto de denari della sua specialità, il qual negocio per quell tempo, che vi sarà terra vicina da poter cavare per lavorare, spero, che debbi render conveniente beneficio mentre sarà guidato da esso Benedetto con li debbitì modi, et diligenza, che ricerca negocio tale, Et che sopra il tutto habbi fedeli, et diligenti ministry, per diffetto de quali ho sentito molte volte notabilissimi Danni. Il qual Benedetto habbi carico di pagar tutte le gravezze che occorerano per conto della fornasa, et negocio predetto; Et perche Monsignor Arcivescovo di Zara mio figlioli può participar in sua specialità esso ancora nel stabile però di detta fornasa, casamenti, et parte di quelle poche terre per conto del lasso del quondam Reverendissimo Vescovo di Bergamo mio fratello, et cosi per il piccioì lasso di Marchetto mio nepote in tutto per carati tré in circa, sicome si partecipa anco nel medesimo modo il sopradetto Reverendissimo mio figliuolo Benedetto; Lascio, et ordeno, che a detto Monsignor Arcivescovo di Zara mio figliuolo le sia corrisposto la sua portione d'affitto di detta fornasa che corre al presente de ducati trecento all'anno, Et questo per quanto però importa la sua parte di stabile rispetto all'uso deli Burchi, et Barche che è compreso in esso affitto de ducati trecento o quell meno che potesse corer per l'avenire per la lontananza del cavar della terra; II qual negocio in progresso di tempo conviene anco rimaner estinto per il mancamento della terra necessaria per mantener detto negocio; Della qual fornasa, Casamenti, Burchi, Barche, et altre cose adherenti, et dependenti da quella, et nominate di sopra, voglio che Benedetto mio figliolo in ogni evento possa disponer, come di cosa propria.

La solenne investitura ebbe luogo il 23 febbraio del 1577 per mano del Doge Mocenigo, il quale conferì a Iacomo, Placido e Girolamo Ragazzoni il titolo feudale con il conseguente diritto di sedere nel Parlamento del Friuli.

Lo stato Pontificio viene raffigurato con una serie di bandiere, quattro, con sovrapposte due tiare papali ed una vescovile collocata al centro (è probabile riferimento ai vescovi e arcivescovi di Casa Ragazzoni).

Cortile di Palazzo Ragazzoni, Sacile

Affreschi della Sala degli Imperatori di Palazzo Ragazzoni, Sacile.

Bolla notarile riguardante Casa Ragazzoni.

Archivio di Stato di Venezia.

Casa signorile di Noventa di Piave.

Burcio veneziano tipica barca usata per trasporto merci lungo i fiumi e in laguna, caratteristica per il fondo piatto adatta alle acque basse.

IL TESTAMENTO DI IACOMO RAGAZZONI CONTINUA

Gioia per la pace Turchesca

Investitura dei fratelli Ragazzoni a Conti di San Odorico

Matrimoni delle  figlie

Iacomo è molto generoso con il figlio Vettor, Arcivescovo di

Zara

I beni accumulati

Benedetto il

primogenito.

Giacometto il

nipote più caro

Mansionaria per  Picabella

Casa di Venezia, i beni di Noventa