Navi mercantili simili a quelle usate dalla famiglia per portare rifornimenti alla città di Venezia.
Navi mercantili simili a quelle usate dalla famiglia per portare rifornimenti alla città di Venezia.
Associazione Circolo della Cultura del Bello - Sacile - (Pordenone)
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Essendo sopragionto in questa Patria grandissime Carestie de formenti, che durorno per il spacio di forse quatro anni. Io, in tal occassione, con li molti mezi ch'io havevo con mercanti principalissimi in molte parti del mondo mioffersi alla Republica, et mi obligari di far condurre, come feci in questa Città de luochi alieni in tal tempi una notabilissima quantità de formenti con molto solevamento, et beneficio publico.
Gionto all'età di 33 anni parve tempo a miej fratelli era me ch'io dovesi prender moglie, sicome feci sotto il primo Marzo 1561 che mi acompagnai con la Signora Piccabella Pagliarini Nobile di Vicenza discesa di gran sanque, et di molto valore, con la quale per il corso di 44 anni siamo viscuiti insieme con prole copiosissima et poi se ne mori; havendo primo sentito questa consolatione di vedere tutte le nostre nove figliole honoratamente accompagnate, havendo havuto in questo tempo il numero di sedeci figlioli, cioè tré mascoli, uno de quali mori, et cosi quatro femine nella loro tenera età talmente che restassimo nelli sopradetti doi mascoli, et nove femine; alle quali mei figliole portando io singolar affetto, Et vedendo io, ch'il Signor Dio con singolar gratia andava prosperando le cose mie, et gli miej continovi, Et importanti trafichi, de liberai di maritar dette mie figliole in Nobile di questa Città monstrando con questo segno maggiore la devotione dell'animo mio verso gli miej Illustrissimi Signori Et dando questo ornamento alla mia casa con tanto benefficio, et honor della progene di dette mie figliole, et posteri, sicome mi è riuscito per gratia del Senor Dio, Et in soggetti de molta mia sodisfattione, se ben con spesa però di ducati cento e trentamille compreso la spese della Nozze, sicome per li contratti particolarmente si vede, per li quali, et cosi per li miej libri, et altre scritture si vedrano ancora li pagamenti fatti di tutte le soprascritte dotte, eccetto quella pocca parte che manca al Ser Conte Hettor Savorgnan dal Monte, che ha da esser investiti, alla qual mie figliole ho dato più et manco di tempo in tempo, secondo ch'io mi attrovano la comodità di beni di fortuna, che mi mandava il Signor Iddio. Et però voglio che dette mie figliole siano tacite, et quiete ne possino in miuna maniera pretendo ne dimandar altre delle mie facoltà, havendone havuto cosi abondamente, et con paterno affetto cosi amorevole, et pronto. Pregando quanto maggiormente posso tutti gli miej Clarissimi Signori Generi di haver per raccomandate le sopradette mie figliole, sicome prego loro, egli commando di amorli, et di prestar gli ogni debbitto esequie racordandosi finalmente per carità di pregar il Senor Dio per l'anima mia.
Prima che fosse il tempo del maritar mie figliuole successe a questa eccelsa Republica il grave accidente della guerre Turchesca, che la pose in gravi pensieri, incerta massime di quello potesse riuscir delle lega che trattava con gli altri Prencipe. Et perché l'Illustrissimo Signor Marc'Antonio Barbaro, che si ritrovava Bailo a Costantinopoli in quel tempo era stato serata in Casa, come priggione, dove si dubbitava, che non potessa trattar le cose publiche, fu deliberato per Decreto publico dall'Eccelso Senato, et Eccelso Consiglio di X di servirsi della persona mia, in tal occassione, mandandomi, come fecero immediate a Costantinopoli con quelli ordini, et con quelle comissioni che parve a SS che fossero convenienti, et necessarie al corso di quelli tempi, et stato de cosi gravi negocij, ond'io se ben conoscevo l'impresa ardua, et dificile, et piena d'eminenti pericoli nell'ardore di così gran guerra, non meno per non mancar alla mia Patria, a me stesso et à Casa mia con qualche speranza di poter con il mezo d'un tanto servicio essaltarla, abbracciai prontamente il peso di tanto negocio, et montato sopra una Galea sotto li 21-3-1571 passai in brevi giorni a Ragusi, et di là a Costantinopoli con ogni possibile prestezza et nel primo abocamento ch'io hebbi con Signor Illustrissimo Mahemet Bassa Primo Viser soggeto di grandissima autorità, et prudenza, otteni se ben con molta difficoltà di potermi abbocare, et stantiare con l'Illustrissimo Signor Bailo soprascritto, ma però con qualche maggior libertà, talmente che unito con questo Signor andassimo trattando quelli importissimi negocij conforme alle commissione publiche; le quali finalmente doppo lunghe trattioni si erano con il mezo di Ebrain Bay Primo Dragomano riddotte a segni di qualche buona conclusione quando improvisamente nella mattina dell'istesso giorno, che fu alli 18-6 dell'istesso Anno che eravamo per concluder il negocio ci capitorno lettere di Venetia con la revocatione delli primi ordini dati: Et questo perche intesosi a Roma della mia espeditione, et partita per Costantinopoli fu mandato l'llustrissimo Sig. Marco Antonio Collona à Venetia per la conclusione della lega forsa sic con miglior conditioni di quelle si erano trattate per avanti per la Republica, II che inteso dall'Illustrissimo Bailo, et da me vedendo l'Armata Turchesca esser in pronto per uscire da Costantinopoli con danni della Republica, giudicassimo a proposito il mio presto ritorno in questa Città per da conto a SS. d'essa Armata, et di tutto il sucesso, et del stato particolare dell'Armata, et forze inimiche, et delli suoi pensieri. Ma prima che partissi da Costantinopoli volsi diligentemente vedere la maggior parte di detta Armata, et penetrar quanto più oltre potei del stato et forze di quella. Il ritorno mio in quei tempi fu veramente molto pericoloso per molto strani accidenti, che mi occoresero, li quali per gratia del Signor Iddio superai, et gionto in questa Città alli sei del mese di Agosto, che finirno a punto li cinque mese della mia partita, diedi particolar conto, così in voce nel'Eccelso Collegio, come in scrittura all'Eccelso Senato, et Eccelso Consiglio di X di tutto il successo di questo importantissimo negocio, et del stato dell'Armata Turchesca, et delli pensieri de Turchi; il che fu volintieri sentito da SS, et così come non fu inutile l'andata mia Costantinopoli per la presta conclusione delle lega; così non furno anco inutili gl'importantissimi advertimenti, ch'io diedi dell stato dell'Armata nemica, a quanto si vidde esser così felicamente successo di poi.
Ritornato, ch'io fui da Costantinopoli, essendovi grandisimo timore, che l'Armata Turchessa dovesse venire in Colfo, et penetrar molto avanti ai danni della Republica fui deliberato da SS. oltre a molte altre provisioni fatte alle difesa di armar anco il Lido; Nella qual ocasione per maggiormente di mostrare la devotione dell'animo di Casa nostra in servicio publico, prontamente si offerissimo noi fratelli nell'Eccellentissimo Collegio in voce, et con scritura presentata di servir la Republica con una nostra grossa Nave ben armata a tutte nostre spese; Et in oltre di servir anco con li stesse nostre persone acompagnati con cento valorosi soldati forestieri sopra il Lido, o dove fosse fatto bisogno pure a nostre spese in cosi grave, et importante occasione per la conservatione di questo stato, la qual nostra offerta cosi come fui molto acceta a qual Signori Illustrissimi, cosi non hebbero ocasione di valersene non essendo essa Armata Turchesca penetrata avanti, come si dubitava.
Nelli medesimi tempi fu per Decreto pubblico deliberato di mandar il quondam Ser Placido mio fratello nel Regno di Scicilia per trattare appresso il Ser Don Gionne d'Austria quanto occoreva nelli publici affair, et specialmente per provedere per proveder, sicome fece con molta diligentia et prudentia di fermenti, et altre vittuarie per sostentar l'Armata, et altri luochi di questo Serenissimo Domino havendo egli nel progresso di tré anni di tempo eservato di quel Regno, et mandato alla nostra Armata, et altri luochi di questo stato il numero di cinquanta tré grosse Nave Cariche di formenti, biscotti, et altri vittuarie con grandissmo serviggio delle cose publiche,il qual Ser Placido hebbe occassione ancora mentre si ritrovava in quel Regno di Scicilia nella Città di Pallermo con termini Cavallareschi di sosentar con signolar valor l'honore, et la reputatione di questa patria, et de li ad alcuni anni doppoi ritrovandosi alla corte di Francia appresso Monsignor Reverendissimo Nuncio mio fratello, conoscuito la qualità, et valore suo, fu da quell Rè Henrico Terzo degnamente creato suo Cavalliero.
Ne voglio restar anco di dire che mentre il Ser Placido mio fratello si adopera in Scicilia con tanta diligentia, et valore a ben servire la Republica in negocij cosi gravi, et importanti, io ancora de qui non mancai di coadiuvar al sopradetto negocio quanto maggiormente postri per il publico servicio conforme alla natural mia inclinatione, et viveno ancora oltre le cose fatte con altre honorati pensieri di fare qualche altra dimostratione maggiore, e più segnalata in serviggio di questo Serenississimo Dominio, sicome ne haverei mostrato aperto segno et forse con notabile essempio, quando la Guerra Turchesca non si fosse cosi tosto terminato sicome di questa mia ottima voluntà ne resterà qualche memoria in casa mia alli miej figlioli, et posteri fra le mie scritture più care et importanti.
Piccabella Pagliarini moglie di Iacomo Ragazzoni, ritratto del ‘500 attribuito al Montemezzano. Metropolitan Museum of Art, NewYork.
Iacomo a Ragusa mentre consegna al Primo Visir Mehemet i dispacci del senato veneto. Sulla destra del Primo Visir c’è il figlio Cassumbei riccamente vestito; poi il Ragazzoni ripartirà per Costantinopoli.
Palazzo Ragazzoni, Sacile. Foto S.Vicenzi
Parte alta della Tomba del Bragadin, Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, Venezia. L‘Eroe di Famagosta rappresentato nel momento culminante del martirio a cui era stato sottoposto dal nemico ottomano. (caduta di Famagosta). Foto S.Vicenzi
IL TESTAMENTO DI IACOMO RAGAZZONI
CONTINUA
Carestia a Venezia, Iacomo aiuta la città
Matrimonio con
Picabella. La coppia ebbe 16 figli
L’amore paterno
per le figlie
Guerra contro i
Turchi e la difesa di Cipro
Venezia manda
Iacomo a
Costantinopoli
Iacomo a Costantinopoli studia gli armamenti nemici
Placido cura i rifornimenti alle
navi della Lega.
Battaglia di Lepanto