IL TESTAMENTO DI IACOMO RAGAZZONI
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IL TESTAMENTO DI IACOMO RAGAZZONI
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Cassone simile a quello posto nella camera di Iacomo.
Associazione Circolo della Cultura del Bello - Sacile - (Pordenone)
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Et il vero stato di esso facoltà Vecchia del quondam nostro Padre pervenuta nella nostra fraterna con quello che in specialità mia andavo, et vado io creditor di quella facoltà si potrà chiarmente vedere, et conoscere dalla Libri Rossi de detta fraterna segnati "A" a carte 470 et 483, et dalli miej libri ancora di questi tempi ai quali s'habbia relatione.
Nelli quali libri non sono notate le case di San Luca, et Santa Trinità, che possono importare in circa ducati dusento all'anno d'entrata con carico pero d'una Mansonaria di ducati quatordese all'anno in Chiesa di San Luca che appartengono alli sopradetti due miej figliuoli mascoli dell'heredità del quondam Ser Agostino mio fratello soprascritto, delli quali ne lascio il pensiero, et la dispositione a loro per esser beni suoj proprij. Et si vedrà per li sopranominati miej libri, et altri, che di sopra si fa mentione l'origine, et progressi delli molti negocij fatti da me, delli stabili, possessioni, et altri beni di casa nostra acquistati a nostri tempi, et da nostri antecessori, a quali libri, et alli instrumenti delli acquisti portandomi non ne farò qui altra particolar mentione. Dicendo solamente che tali Instrumenti si ritrovarano in un mio Cassone grande ferrato tenuto nella mia Camera cosi nel mio studio piccolo, et nella mia Casseleta, o altri luochi ove fossero, Et vi saranno ancor in detto luochi gli testamenti di diversi meij fratelli, et nepote Marcheto Ragazzoni per le quali potrano venire miej figlioli, et gli successori nostri in tanta più facile, et vera cognitione di tutte le cose di casa nostra, et nelli medesimi luochi vi si ritrovorano anco diversi Privillegij amplissimmi et nobilissimmi del Regno d'Inghilterra, dove sono longamente vissuto con acquisto di facoltà et di qualch buon nome. Del Serenissimo Henrico Terzo Rè di Francia, et di questa Serenissinia Republica per la concessione fattaci al quondam Signor Placido et a me con li nostri discendenti mascoli del feudo Nobile di Santo Odorico vicino a Sacile, sicome vi si ritrovarano similmente dell altre scritture et memorie degne di esser conservate in casa nostra. Però desidero, che miej figliuoli rivedino diligentemente il tutto, et che siano conservate cosi per loro stessi, come per li altri nostri discendenti, essendo cose degne di esser stimate, et che apportano alla nostra famiglia.
Et guidicando io non esser cosa infruttuosa alli figliuoli, et posseri meij il far loro sapere gli progetti delle cose più importanti acadutemi in cosi longo corso della mia vita, essendome occorse molte non indegne forse di qualche memoria andarò loro dicendo intantì che venghi alla total dispositione delle cose mie quell tanto mi parerà più necessario, et degno il esser inteso in questa material. Dico però ch'io me n'andai in Inghilterra nell'anno 1542 in età de Quatordeci anni mandato dal Signor mio Padre per via il mare con una sua grossa Nave per essicitar il quell Regno negocij mercantili a quali mi havero applicato et mi accompagno con facende de qualche momento, con la introduttione delle quali andai incaminando gli mei traffichi, et acquistando qualche riputatione, et buon credito con multiplicatione sempre maggiore delli negocij, con l'appoggio de quali trattandoli sempre con honore, et realtà mi andar per il spacio di sedeci anni trattenendo in quell Regno, Et fu la mia residenza nella Città di Londra, nella quale s'attrovava ancora in quelli tempi il Clarissimo Signor Giacomo Foscarini, che medesimamente essercitava ancora nobilissimamente negocij mercantili importantissimi, il qual signor si compiacque di far meco una grossa compagnia di danari posti equalmente dall'uno et dall'altrao di noj; la qual nostra compagnia abondanissima di facende con sodisattione, et benefici commune durò cosi nel Regno d'Inghilterra, come anco à Venetia per longhissimi corso d'anni; fino tanto, che questo Signor Illustrissimo di singolar valore, et integrità fu assonto per li suoj gran meriti alle più supreme dignità di questa Eccelsa Republica, ci diede occassione di terminare la detta compagnia con sodisfatione et beneficio commune.
Ne io attesi solamente mentre fui nel Regno d'Inghilterra alli traffichi, et negocij mercantili con somma diligenza, et realtà, ma procurai ancora di rendermi quanto più potei grato alli Serene Re et Regine del mio tempo, da quali veramente fui favorito et stimato oltre ad ogni mio merito, et principalmente della Serenissima Regina Maria, la quale non così presto assunta alla suprema dignità di quella Corona, confidò in me che io dovessi trovar modo di far intendere alla Santità di Nostro Papa Giulio Terzo sommo Pontefice, che la Maestà non haveva altro desiderio maggiore in questo mondo, che di riddur in suo Regno all'obbedienza di Santa Chiesa, et che a questo effetto farebbe ogni cosa possibile, ma con un poco di tempo, stante le moltitudine grande d'Heretici, che si ritrovava nel suo Regno; et che fra tanto la santità sua la faceva degna della sua benedittione; il qual ordine fu da me prontamente essequito con il mezo di Monsignor Vettor Ragazzoni mio fratello, che in quel tempo si ritrovava a Roma cameriere d'honore di quel Pontifice, la qual cosa fu molto gradita così da sua Beatitudine, come dalla Maestà della Regina; Ne ciò fu infruttuoso a quanto successe di poi per le redutione di quel Regno alla santa obedienza Cattolica: Ne voglio tralasciar anco di dire, che io non mancai in quelli tempi in tutte le occasioni che si mi rappresentorno, con li mezi, et favori importissimi, ch'io haveva in quella Corte di prestar grato servicio alli Rappresentanti de questa Serenissima Republica, si come fece sempre con ogni prontezza, et massime nel tempo, che la Regina Maria si congionse in matrimonio con Filippo Secondo Rè di Spagna che occorsero molto trattationi gravi, et importanti.
Pervenuto ch'io fin alli età di 30 anni con tutto che gli necogij miej in Inghilterra fossero molto bene incaminati, et che di me fosse fatto qualche stima in quell Regno, et specialmente della Serenissima Regina Maria, mostrando desidero, ch'jeri me fermassi con buoni pensieri di giovarmi, et honorarmi; Recercato non di meno io con molta instantia dalli miej di qua mi parve di anteporre la mia Patria, et il beneficio universale di Casa mia ad ogni mio altro particular interesse, conoscendo veramente, che la mia presentia harrebbe potuto giovare somamente alle cose di casa nostra; poiché io havevo una sorella da maritare, et Monsignor Gironimo mio fratello, che sucesse a Roma a Monsignor Vettor mio fratello morte a qualla corte nel fior delle sue speranze molto angustiato per la morte del Pontefice Paulo Quarto, del quale era divenuto lui ancora Cameriero segreto, et il Ser Agostino mio fratello si ritrovava in stato travagliatissimo per la perdita di una nostra grossa nave di primo viaggio naufragata miseramente venendo di Cipro all'Isola di Fano essendovi lui sopra, con grave dano suo, et di casa nostra. Mosso io dunque da tutte queste cause lasciato il Ser Placido mio fratello soggetto di singolar valore, et integrità in quelle parti; mi partei di quel Regno et gionsi a Venetia l'anno 1558, il giorno dell'Ascensione assai comodo di bene di fortuna, et con qualche buon nome et mi compiacqui molto, parendomi d'esser molto ben veduto universalmente dalli miej Illustrissimi Signori et dalla mia Patria. Maritai mia sorella nel magnifico Ser Gironimo di Franceschi Nepote del Reverendissi mo Vescovo di Famagosta che gli diede ocasione essendo indisposto, et di grave età di far ellettione della persona del sopranominato monsignor Hieronimo mio fratello per suo coadictore nel vescovato predetto di Famagosta, che se bene era in età solamente de 28 anni, fui non di meno dispensato dalla santità di Nostro Signore Pio Quarto somma Pontefice, et si transferiti immediate al Sacro Concilio di Trento il più giovine Prelato che jvi fosse; Et si fece conoscere in quella grave occassione soggetto di qualche valore, sicome fece anco di poi in tutte le altre ocasioni, che se gli rapresentorno, cosi nella visita di Millano nel tempo della santa memoria del Cardinale Carlo Borromeo, come in tante altre visite talmente ch'era in gran oppinione del mondo, et da questa eccelsa Republica tenuto in cosi gravi concetto, et in tal confidentia che per publico decreto fu fra il numero d'un gravissimo Prelato Nobile di questa Republica, et di e altri gravissimi et principalissimi senatori eletto nel numero delli cosi suprema, et importante, che fu stimato favore singolarissimo, et insolito. II qual Monsignor Reverendissimo mio fratello fui di poi destinato del somo pontefice di sopra nominato alle legatione di Francia al Re Henrico Terzo dippoi haverlo assonto al vescovato di Bergamo in loco di quello di Famagosta mancatoli per li miserabili perdita di quel Regno. Nella qual occasione si fece conoscere cosi alla corte di Francia, a Roma, et al mondo. Prelato di singolar bontà, et molto valore, il qual poi in capo 57 anni della sua età, ritrovandosi a Roma, in serviggio di Santa Chiesa essendo nel colmo delle sue sperande di maggior grandezza improvisamente se ne passò a miglior vita. Nel medesimo tempo del mio ritorno d'Inghilterra desiderando d'aguitare, et sollevar il Signor Agostino mio fratello soggeto molto degno gli formai una compagnia de molti migliara de ducati con li quali si transferi nel Regno di Cipro per essercitar negocij mercantili et per lo buon governo dell'Intrade del Vescovado di Famagosta, nel che fece mirabil progressi a beneficio suo et della casa che fu l'origine principale della faccoltà da lui lasciata con paterna carità alli meij Carissimi figlioli mascoli. In questi primi anni della mia venuta d'Inghilterra continuando con gli meij importanti negocij mercantili et con l'animo mio devoto verso questa Serenissima Republica.
I libri rossi
Iacomo Ragazzoni riceve dalla Regina d’Inghilterra Maria Tudor le insegne (la Rosa dei Tudor) da aggiungere allo stemma di famiglia.
Girolamo Ragazzoni Vescovo di Famagosta e di Bergamo
Enrico III mentre consegna le insegne reali a Placido Ragazzoni.
Anno 1542: il quattordicenne Iacomo parte per l’Inghilterra
L’amicizia con
Giacomo Foscarini
il cassone contiene documenti importanti
Rapporti privilegiati con Maria Tudor
Anno 1558 Iacomo ritorna a Venezia
Note sul fratello Girolamo, vescovo di Famagosta e di Bergamo
Enrico III nomina Placido Cavaliere