IL TESTAMENTO
di
IACOMO RAGAZZONI

Iacomo Ragazzoni 1528-1610

Associazione Circolo della Cultura del Bello - Sacile - (Pordenone)

Chiesa di Santa Caterina, Venezia.
La facciata: un edificio lungo e basso senza particolari pretese confina con due conventi; oggi prestigiose scuole.

Interno della Chiesa di Santa Caterina. La chiesa è divisa in tre navate, che convergono verso l’abside. Il 25 Dicembre 1977 un incendio ha provocato gravi danni. Oggi è in attesa di restauro.

Interno della Chiesa di Santa Caterina. Bassorilievo sul lato destro dell’altare.

Chiesa di Santa Caterina. Soffitto ligneo a forma di carena di nave. L’unica parte restaurata dopo l’incendio del 1977.

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Con il nome dell'Eterno Iddio, Padre, figliuolo, et spirito santo Amen. Attrovandomi Io Iacomo Ragazzoni fu del Signor Beneto in età d'anno ottantauno finiti alli otto di Marzo prossimo passato sano per la gratia dell'omnipotento Dio del Corpo, et dell'intelleto. Et considerando il fine di questa nostra misera vita incerto. Essendo io massime in cosi grave età, hò deliberato di far il presente mio Testamento, facendolo scriver per mano d'altri, non potendo io per la grave mia età continuar in cosi lunga fatica. Prima Racomando l'anima mia al suo sommo Creatore, Alla Beata Vergine Maria, et a tutta la Corte Celestiale, supplicando sua Divina Maestà, che non guardando a gli miej demeriti, et grave peccati si degni avere pietà et misericordia all'anima mia. Cassa, et anullo ogni altro mio Testamento fatto per avanti, et voglio, che questo solo Testamento sia fermo, et vallido. Gli Commissarij, et essecutori del qual mio testamento voglio che siano gli miej Carissimi figlioli Benedetto, et Monsignor Vettor Ragazzoni Arcivescovo di Zara. Il corpo mio lascio sia sepolto in Chiesa di Santa Cattarina nell'Arca solita da Cha Ragazzoni con mediocre funerale foto chiesa, ma però, che vi intervengano vintiquatro marineri; Et che in detta chiesa di Santa Catterina, et in quella di Santa Soffia, et Crosecchieri siano dette un tal giorno, Et altri giorni subsequenti cento messe per una volta tanto, Et lascio ancora che siano fatto dire nelli luochi ove habbiamo da fare fuori di questa Città quell numero di messe acompagnate con delle ellemosine per l'anima mia secondo parerà alli meij Commissarij|. Et siano dispesati per ellimosina cioè: All'hospedal de Mendicanti Ducati diese, et alli altri hospedali di San Zuane Polo, Incurabili, et Pietà ducati cinque per hospedal a tutti per una volta tanto. Et a poveri della contra siano dispensati nel giorno del mio mortorio Ducati trenta per mano del Reverendissimo Pre Domenego Piovan de Santa Soffia, o altri, che paresse alli miej Commissarij pcr una volta tanto. Et alli Reverendissimi Padri di San Nicolo di Tolentino qui di Venetia lascio per il corso di dieci anni stara quatro di farina all'anno per ellemosina. Et se a miej figliuoli, et successori parerà di continuare per più lungo tempo a far questa carità, sicome io gli essorto, et consiglio sarà opera molto pia.


Lasso a Dona Madalena Piatta, che serve me, et il mio caro Giacometo con grande amore ongari dodici per una volta tanto. Et che sia vestita da Cerotto. Et alli servitori, et massere di Casa sia fatta quelle elemosina che parerà alli Commissarij meij predetti, Et sij pagato ogn'uno delle sue mercede, sicome è conveniente. Et che a Giulio Antonio Alberti, et Antonio Peranda sij dato tanta saglia, o altro pano fani per farsi un feraruol da carotto per uno. Al qual Alberto dicchiaro non corer sallario alcuno cosi d'accordo con luj per star in Casa mia spesato da me, et al Peranda che non vi sta in casa al presente corerli sallario di ducati sessanta all'anno, de quali se andarà creditor di cosa alcuna, che sij saldato, et questo poco che io li lasso et per gratia memoria del buon servitio riceputo da loro. Lasso che tutti li meij vestimenti de qual si voglia sorte da le biancarie in fuori siano venduti con ogni avantaggio possibile, et similmente la mia barca, et che il Ritratto di quella sia dispensato per l'amor di Dio per mano di madona Isabetta et di Camilla mie Carisissime figluiole unite insieme. A Scipione chiamato Ragazzoni racomandatomi dal quondam Signor Placido mio fratello in mio arbitrio lascio ducati quaranta all'anno in vita sua ogni tré mesi anticipatamente la rata racordandoli di viver bene. Nella Chiesa di Santa Catterina ho instituita una mansonaria perpetua de ducati otto all'anno da esser dati al Mansonaria, chej sarà elletto dalle Priore, et Camarlenghe, che sarano di tempo in tempo, con obligo di dire una messa alla settimana all'Altar della Madona vicino alla nostra Arca per l'anima mia. Et di più, che li siano dati altri ducati quatro all'anno per far dire ogn'anno una messa da morti cantada con nove sacerdotti, sicome più ampiamente e dichiarito nell'Instrumento ch'io ho celebrato, con esse Reverende Madre Priora, et Camerlenghe. Con questo espressa conditione che gli miej heredi possine francarsi in ogni tempo con l'esborso di ducati dusento, e cinquanta dette Reverende Madre, Restando a loro l'obligo perpetuo di far officiar essa mansonaria et far ogn'anno cantar detta messa con l'essequie, come il tutto è dicchiarito in detto Instrumento pregato presso Mizier Piero Partenio Nodaro sotto li 19 Luglio 1605 et approbaro dal capitolo di esse Reverende Monache sotto li 21 di detto mese. Et havendo delliberaro di far poner il mio Ritratto scolpito in marmo in la detta Chiesa di Santa Cattarina sopra la porta di detta chiesa fatta fabricar da me con quelli ornamenti giudicati necessarij. Lasso che detto mio Ritratto di marmo, che si trova al present in casa mia prima che il corpo sij transportato fuori di casa sij posto nel luoco dove ha da stare in detta Chiesa con quella inscrittione di parole che sarano lasciate in nota da me, overo oridnat dalli miej carissimi figliuoli commissarij o da alcuno di loro in absentia dell'altro. Item lasso che per sodisfar una promessa fatta a sua Divina Maestà sia fabricata una Capella intitolata San Giacomo nella terra di Sacile per mezzo il mio Pallazzo dove soleva, esser una Lozetto o nel palazzo istesso, overo in qualche altro luoco sicome parerà alli miei commjissarij, con spesa fino a ducati cinquecento in tutto da esser Cavati dell'Entrate delli miej mollini di Sacile, facendo ellettion per| Sacerdote o del Prete ch'officia et ch'officiarà nella Chiesa di Santo Odorico o de altro religioso, che paresse alli miei commissarij et heredi, qual habbi obligo di dire una o più messe alla settimana con obligo ancora di dove cellebrar ogn'anno il giorno della mia morte una messa di morte con sette sacerdoti per il meno a tutte sue spese.


Al qual sacerdote sij dato della mia commissaria ducati disdotto all'anno: Potendo miej figliuoli, et successori in ogni tempo trovar un fondo particular idoneo, che rendi detti ducati disdotto all'anno, et consignarlo al sacerdote che di tempo in tempo sarà elleto da loro, et suoj heredi in perpetuo. Et fin che sia fabricata essa capella sia officiata essa mansonaria nella Chiesa di San Rocco con dare di ellemosina a quell Reverendo Padre che vi sarà in quel tempo ducati dieci all'anno con li oblighi soprascritti. Et ad'essa nova capella lasso per devotione a honor del Signor Iddio un calice, con la sua patena, che vi attrovo in Casa; La qual capella voglio si faccia nel spacio di anni sej doppo la mia morte infalibilmente.

Il stato veramente delle cose mie, et delle mie facoltà, et di qual si voglia sorte di viaggi, negocij, crediti, et debiti, ch'io lasso, si potrà vedere distintamente dalla miej libri novi Turchini segnati D. Et cosi dalli altri miej libri antecedenti ai qualli, da quelli di fraterna, et da altra de diverse compagnie, et negocij passati, ma il tutto in ristretto ridotto in sustantia in questi miei ultima libri, nelli quali, et nelli altri atenori ai questi sono state acconcie, et menate nel modo che devono stare le partite delle cose dependenti dalla heredità del quondam Ser Agostino mio fratello lasciata alli miej figlioli mascoli, come nel suo testamento si vede; il tutto finalmente riddotto nelli sopradetti meij libri "D."  Et similmente le cose appartenenti all'heredità del quondam Reverendissimo Vescovo di Bergamo mio fratello che doppo la mia morte pervengono nelli sopradetti meij figlioli Benedetto and Monsignor Vettor, non compreso pero in questo la loro poco portione che gli tocava in qual tempo delle Possessioni et altri beni stabili della Casa, et di questo non ne faccio per hora molto alcuno per esser cose incorporati nelle facoltà nostre di questi tempi, delle quali ne farò più particular mentione in altra parte reportandomi al testamento di esso Monsignor Reverendissimo di Bergamo et il medesimo dico del lasso fatto da Marchetto Ragazzoni mio nepote della portion, che poteva in lui pervenire del quarto della parte delli beni vechi soprascritti aspettante al quondam Ser Alvise mio fratello morto senza testamento, che può importar un sedecesimo delle facoltà vecchie di casa di quelli tempi, essendo gravato esso lasso da una mansonaria perpetua de Ducati vinti all'anno lasciata da esso Marcheto nella Chiesa di Santa Cattarina.

Statua di Santa Caterina, opera ottocentesca della martire d’Alessandria d’Egitto; martire  patrona dei giovani e degli studenti. L’opera si trova tuttora collocata nella navata laterale di sinistra.

Ogni 25 Novembre si celebrava in presenza del Doge, la cosiddetta Festa dei Dotti. In questa chiesa il 22 Aprile del 1821, in occasione della festività della Pasqua celebrò la sua prima messa il filosofo Antonio Rosmini.

Copia notarile, busta 784, #244

Archivio di Stato di Venezia

Vuole essere sepolto nella chiesa di S.Caterina da Lui eretta

Gli esecutori testamentari e loro obblighi

Iacomo motiva le ragioni del testamento

Raccomanda agli eredi di istituire  in Santa Caterina una mansionaria perpetua

Dispone la costruzione di una cappella a Sacile da dedicare a San Giacomo

I Libri Turchini e i Libri Rossi

contengono notizie su viaggi e commerci di Iacomo